Saturday 5 October 2013

Steam Machines: il sogno di Valve, o l'incubo del PC gamer hardcore?

Lo confesso, dopo aver letto le specifiche orientative delle Steam Machines, sono un po' preoccupato. Non perché non mi aspettassi uno scenario del genere dal punto di vista tecnico, tutt'altro: ciò che mi impensierisce è la situazione commerciale che il progetto di Valve andrebbe ad aprire nel caso in cui avesse successo, ma per capirci, credo sia necessario ritracciare un po' il quadro della situazione.



Ormai da anni Gabe Newell si scaglia contro tutti i sistemi tecnologici chiusi, ossia quelli che concedono agli utenti possibilità minime (o addirittura nulle) di configurazione, modifica e creazione di nuovi contenuti; nel corso del tempo, il dirigente americano si è sempre schierato dalla parte della distribuzione open source, di Linux e dei grandi produttori disposti ad aprire le loro piattaforme hardware e software a contributi esterni.

L'idea di Steam Box avrebbe dovuto rappresentare la quintessenza di questo approccio libertario. Un sistema hardware che interfacciandosi con il marketplace di Steam, avrebbe dovuto offrire alle famiglie la stessa semplicità di utilizzo di uno smartphone, ed agli utenti esperti la possibilità di creare e distribuire facilmente contenuti senza dover passare attraverso le trafile di controlli, verifiche e (dis)approvazioni tipiche dei grandi produttori, Microsoft su tutti... In teoria.

Ciò che le Steam Machines (chiamiamole col loro nome ufficiale) prefigurano oggi, invece, è la creazione di un segmento di mercato che pone Valve nella posizione di unico ed incontrastato monopolista: quello delle console d'elite. La dove Sony e Microsoft si apprestano a varcare la soglia del mercato con macchine next-gen indubbiamente potenti, ma progettate in un regime di ineludibili compromessi economici, commerciali e tecnologici (sappiamo tutti qual'è lo stato dell'economia globale), l'azienda di Bellevue prende di mira un pubblico ben definito, ossia quello di chi preferisce giocare su PC pur non essendo un geek assoluto.